Lei è un nuovo membro del consiglio direttivo. La prego di presentarsi brevemente.
Posso far parte del Consiglio di amministrazione di Compasso in qualità di rappresentante dell'Associazione Svizzera d'Assicurazioni (ASA). Lavoro per l'ASA dall'estate 2020 e attualmente sono responsabile dei settori sinistri, responsabilità civile e medicina assicurativa. Tuttavia, sono entrata nel settore direttamente dopo gli studi di giurisprudenza, quando ho iniziato a lavorare come specialista in sinistri presso Zurich e ho ottenuto l'attestato federale di specialista in assicurazioni. Oltre a gestire il team di responsabilità civile medica e ospedaliera, ho successivamente completato un corso post-laurea in Leadership & Management. Dalla fine del 2019 sono anche titolare di un MAS in Medicina delle Assicurazioni.
Qual è la motivazione che la spinge a partecipare al consiglio direttivo di Compasso?
Tra le altre cose, sono responsabile del gruppo di lavoro dell'ASA sul danno alla persona e la reintegrazione (comitato di milizia), che si impegna molto per la reintegrazione professionale delle persone che hanno avuto un incidente o si sono ammalate. Non si tratta solo di gestire i casi, ma anche, ad esempio, di mantenere i contatti con la professione medica, di formare i dipendenti delle assicurazioni o di ottimizzare la cooperazione tra le parti interessate. I datori di lavoro sono partner fondamentali, interessati a un reinserimento sostenibile nella vita lavorativa tanto quanto l'assicurato stesso, le compagnie assicurative o il personale medico. In qualità di rappresentante dell'ASI nel consiglio di amministrazione di Compasso, posso fungere da collegamento e contribuire a garantire che le sinergie vengano utilizzate in modo sensato.
Dal suo punto di vista, quali consigli concreti può dare ai datori di lavoro nell'ambito dell'integrazione professionale o del mantenimento del posto di lavoro?
I datori di lavoro hanno la responsabilità di impostare il percorso in modo corretto e, soprattutto, in una fase iniziale. C'è la possibilità di aspettare in caso di un'assenza per malattia più lunga e sperare che "vada tutto bene", oppure c'è la possibilità di cercare un contatto con il dipendente e di coinvolgere l'assicurazione di indennità giornaliera di malattia, eventualmente anche con l'esplicito desiderio di un case management. Il mio consiglio concreto è: scegliete la seconda opzione. E non abbiate paura di comunicare all'AI una diagnosi precoce. Se non serve, non fa male..